POEME ROMÂNESTI ÎN LIMBI STRĂINE


Grigore VIERU

Ma prima di tutto
(Dar mai întîi)

Ma prima di tutto
che sia semine
Tuono che sia
Luce che sia
Ossa che sia
del fratello
troncato dalla spada nemica
Vomere che sia
Canto che sia
Per avere diritto
bacciare questa terra
dolorata
di tanto frutto.

Quanto sei giovane
(Ce tînără esti)

Presto
Sorggerà il sole
E sarà come il tuo corpo
Nudo, rugiando
Spieghe lo copriranno
Rami lo copriranno.

Presto
Tramonterà il sole
Ed avrà la dolorata
Mia figura.
Le acque la beveranno
La terra la coprirà.

Quando
(Cînd)

Quando morirò
mi seppella
nella luce dei tuoi occhi

La gente
arrivata  alla mia tomba,
starà inginocchiata
sempre avanti di me.

Come nesssuno
non danza su tomba-
seppallami nella luce
dei tuoi occhi
l’ultima donna,
la prima mia donna.

Brâncusi

La tavola di pietra.
Le sedie vuote di pietra,
Stano aspettando
Il ritorno delle bataglie
Dei valorosi principi.
In ora di tardi
Loro veniranno
Riposandosi il braccio
Di pietra,
La fronte come sarebbe di pietra
E veda
Che dovrebbe fare di più.
O, è il silenzio
Tanto profondo
Quando si sentono i Carpati verso la sera
Come, inginnochiando, stendono l’ombra
Sulla tavola
Pulita e fresca.

Il tacere della madre
(Tăcerea mamei)

Silenziosa
Sei, cara madre,
Silenziosa.

Come la foglie
Che va a tagliare l’erba
Come la foglie.

Come l’erba
Che sta a tavola,
Come l’erba.

Come la stella
A mulino porta,
Come la stella.

Come la pietra
Che si ricorda
Come la pietra.

O, madre
(O , mamă)

E’ arrivata la primavera
L’ombra della tua anima
Sulla sete del mio cuore
In forma di piove azzurra
Scende.

Il  tempo passa, il tempo viene…

E’ arrivato l‘estate,
L’ombra della tua anima
Sul tacere del mio cuore
In forma di spieghe d’oro
Inginocchiando.

Il tempo passa, il tempo viene…
E arrivato l’autunno
L’ombra della tua anima
Sul tremullo del mio cuore
In forma di mela rosso
Si ondeggiano.

Il tempo passa, il tempo viene…

Ho voglia
(Mi-e dor)

,,Ho visto una parola
Che si scriveva da sola’’
               Gh. Tomozei

Ho voglia
Di una parola
La quale non l’ho detto mai
A nessuno.
Con lei chiuderei
La bocca anziana e vanagloriosa
Della rosa.

Destino
(Destin)

,,Riposo in grido’’
         Cezar Baltag

Sto riposandomi
Nel tacere della pietra.
Nella tua icona
Luce.
Nel verde profondo
Del caminetto.
Nella loro pace ingannevole:
In grido!
In grido.

Grigore Vieru,  Rădăcini de foc, Buc., Ed. Univers,1988

Traducere în limba italiană de Livia MĂRCAN

 

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